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03-12-2013
Consiglio dei Ministri, approvate misure di tutela ambientale e
industriale
Con comunicato stampa, il Consiglio dei Ministri rende
noto di avere approvato, nella riunione del 3 dicembre 2013,
un decreto legge che prevede un piano d’azione per l’emergenza della cosiddetta “terra dei
fuochi” e altre emergenze ambientali e industriali.
Il piano interviene a tutela dell’ambiente, della salute e della qualità
delle coltivazioni. Si prevedono il monitoraggio e la classificazioni dei
suoli, l’accertamento dello stato d’inquinamento dei terreni, la
riforma dei reati ambientali, l’accelerazione e la semplificazione
degli interventi necessari, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili
per territori a forte condizionamento criminale quale è quello della “terra
dei fuochi”.
Classificazione dei suoli coltivabili
Si propone di fare fronte al gravissimo allarme sociale (con pesanti
ricadute economiche) provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di
contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la
salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione.
- Il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura,
l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra),
l’Istituto superiore di sanità e l'Agenzia regionale per la protezione
ambientale in Campania (Arpa Campania) svolgono le indagini tecniche per
la mappatura secondo gli indirizzi comuni e le priorità definiti con
direttiva dei ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della
Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Campania che sarà
emanata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto.
È urgente e fondamentale acquisire una fotografia ufficiale della
situazione attraverso una mappatura delle aree che individui quelle
interessate da fenomeni di inquinamento tali da rendere necessaria la
limitazione della coltivazione. I risultati scientifici consentiranno di
perimetrare definitivamente i terreni così da sfatare per sempre e una volta
per tutte gli infondati timori che tutti i prodotti della Campania siano
contaminati e che tutti i terreni destinati all'agroalimentare della regione
siano pregiudicati da gravi fenomeni di inquinamento. Attraverso questo
strumento normativo potranno inoltre essere coordinati e raccordati
utilmente tutti i dati conoscitivi già a disposizione ma che necessitano di
essere coordinati e unificati. I possessori dei terreni devono consentire
l’accesso per le indagini scientifiche; altrimenti vengono inseriti nella
lista “no food”.
Accelerazione e semplificazione per interventi e spesa pubblica
per bonifiche
Viene costituito un Comitato Interministeriale e una Commissione con
il compito di individuare e potenziare azioni e interventi di monitoraggio e
tutela da realizzarsi nell’area della regione Campania.
L’azione della Commissione ha lo scopo di semplificare e accelerare
le procedure per l’attuazione degli interventi di bonifica dei territori.
Sarà così possibile per la realizzazione degli stessi fare ricorso allo
strumento giuridico del Contratto Istituzionale di sviluppo proprio al fine
di accelerare e garantire la qualità della spesa pubblica. Si prevede
inoltre la possibilità di finanziare il programma, oltre che con le
disponibilità ordinarie, anche mediante l'utilizzo del Piano operativo
regionale Campania 2007-2013 (fondi strutturali), del Piano di Azione e
Coesione, nonché mediante misure che saranno adottate nella programmazione
dei fondi europei e nazionali a valere sulla programmazione 2014-2020.
Introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti
La norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi
appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni.
- Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il
fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata
in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni.
Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica
la pena della reclusione da tre a sei anni.
- Se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa,
o comunque di un'attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo.
- La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al
momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o
siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel
settore dei rifiuti (è il caso della Campania).
- Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di
trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la
confisca dell'area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà
dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di
bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.
La necessità dell’incriminazione scaturisce dall’inadeguatezza
dell’attuale sistema sanzionatorio che inquadra l’illecita combustione dei
rifiuti quali violazioni prive - nella sostanza e nella prassi applicativa -
di rilevanza penale.
Le incriminazioni si aggiungono a quelle di cui agli articoli 255 e 256
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, (abbandono di rifiuti e
attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e mirano a colpire (anche
attraverso la confisca obbligatoria del mezzo utilizzato per la commissione
del reato) il preoccupante fenomeno dei roghi di rifiuti, al quale
conseguono immediati danni all’ambiente ed alla salute umana, con la
dispersione in atmosfera dei residui della combustione, incluso il rischio
di ricadute al suolo di diossine.
Informazioni sui terreni contaminati
Viene esteso l’obbligo informativo previsto dall’art. 129 delle
disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di
reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli
sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari al
fine di favorire un corretto raccordo tra l’Autorità giudiziaria e le
amministrazioni competenti ad adottare i provvedimenti eventualmente
ritenuti opportuni e necessari. In sostanza, se durante un’inchiesta si
viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i
magistrati informeranno direttamente le istituzioni centrali e locali di
quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all’adozione
delle iniziative di competenza (per esempio l’inibizione della distribuzione
oppure le bonifiche).
Risanamenti ambientali e Ilva
Attesa l’importanza di far luogo al piano di risanamento ambientale
(Aia), si prevede che lo stesso vada ulteriormente finanziato attingendo
alle risorse finanziarie personali del proprietario dell’impresa
commissariata. Si prevede inoltre che in caso di inadempimento possano
essere utilizzate somme di quel soggetto che siano sottoposte a sequestro
penale per reati anche diversi da quelli di tipo ambientale.
Si prevedono inoltre particolari norme di semplificazione e accelerazione
procedimentale per la realizzazione degli interventi necessari
all’attuazione dell’Aia.
Il Consiglio ha inoltre approvato quattordici schemi di decreti
legislativi, sui quali verranno acquisiti i pareri prescritti, per il
recepimento di direttive europee, tra cui:
- La direttiva 2010/75 relativa alle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), (co-proponente il
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea
Orlando), con il fine di aumentare il livello di protezione ambientale e
di semplificare la legislazione vigente in materia di emissioni,
alleggerendola di oneri e procedure;
- La direttiva 2011/65, sulla restrizione dell’uso di determinate
sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche
(co-proponente il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e
del mare, Andrea Orlando), con l’obiettivo di contribuire alla tutela
della salute umana e dell’ambiente anche attraverso recupero e
smaltimento ecologicamente corretti dei rifiuti di tali apparecchiature;
- La direttiva 2011/70/EURATOM, che istituisce un quadro comunitario
per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito
e dei rifiuti radioattivi (co-proponenti i Ministri dello Sviluppo
economico, Flavio Zanonato, e dell’Ambiente e della tutela del
territorio e del mare, Andrea Orlando), con l’obiettivo di definire la
classificazione nazionale dei rifiuti radioattivi nel contesto degli
standard internazionali e verificare le misure di sicurezza per la
gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Fonte: Governo
11-12-2013
Rifiuti - delitto di combustione illecita, in Gazzetta il decreto legge