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21-09-2021
Cassazione penale, acque meteoriche e acque piovane contaminate
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 30261 del 3 agosto
2021, si è pronunciata in merito alle acque meteoriche
o di prima pioggia e acque piovane contaminate.
Esulano dalla nozione di acque meteoriche o di prima pioggia le acque
piovane che, una volta cadute per terra ed oggetto di convogliamento anche
per effetto della naturale pendenza del terreno, siano entrate in contatto
con sostanze o materiali inquinanti giacenti sulla superficie del terreno in
quanto frutto del processo produttivo in corso presso lo stabilimento ove le
acque meteoriche sono raccolte; in tale caso, infatti, ma solo in tal caso,
dette acque debbono essere qualificate come reflui industriali ai sensi
dell’art. 74, comma 1, lettera h), del dlgs n. 152 del 2006, e, pertanto, il
loro indiscriminato convogliamento verso il corpo recettore, in assenza di
un loro preventivo trattamento volto alla purificazione dagli agenti
inquinanti, integra gli estremi del reato di cui all’art. 137 del dlgs n.
152 del 2006.
Nel caso di specie, secondo la Corte, l'attività industriale
svolta - lavanderia industriale - non prevede di regola
(a differenza di quello che, secondo un plausibile giudizio di inferenza
statistica è legittimo affermare per altre attività quali quelle dei
distributori di carburante per autoveicoli, dei meccanici dei veicoli a
motore e degli autolavaggi) lo sversamento di agenti inquinanti
sul terreno ubicato al di fuori dei locali all'interno dei quali siffatta
attività viene condotta.
A tal riguardo, la sentenza impugnata non ha chiarito la
ragione per la quale sarebbe stato onere dell'imputato dotare di un
sistema di raccolta e di trattamento delle acque meteoriche e di dilavamento
del piazzale posto di fronte all'opificio della società da lui
gestita, cioè, in altre parole, in quale modo dette acque potevano entrare,
in base ad una valutazione di carattere logico fondata sul tipo di attività
svolta, in contatto con gli agenti inquinanti.
Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la
sentenza impugnata perché il fatto non è previsto dalla legge come
reato.
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