Il mercato delle batterie sta assumendo una dimensione strategica, per questo il Parlamento europeo è al lavoro su nuove norme per affrontare le questioni ambientali, etiche e sociali e sull’aggiornamento della Direttiva 2006/66/CE sulle batterie. La finalità, è quella di garantire che al termine del loro ciclo di vita, le batterie possano essere riutilizzate o riciclate.
Secondo le attuali previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici a emissioni zero immessi sulle strade dell’UE. Sebbene le auto elettriche possano contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra, l’elettromobilità conta con uno svantaggio competitivo a livello ambientale: le batterie.
La relazione sulle batterie e sui rifiuti di batterie è stata approvata il 10 febbraio scorso in commissione ambiente (ENVI). Tale relazione, si propone di regolamentare l’intero ciclo di vita del prodotto partendo dalla fase di progettazione e finendo al riciclo in nuovi prodotti. Questa proposta si ricollega al piano d’azione UE per l’economia circolare e alla strategia industriale dell’UE.
Come vengono classificate le batterie?
Gli eurodeputati chiedono l’introduzione di una nuova categoria di batterie, quelle utilizzate per alimentare i “mezzi di trasporto leggeri” come biciclette o scooter elettrici, a causa del loro crescente utilizzo. Questa nuova categoria andrebbe ad affiancarsi alle classi di batterie portatili già esistenti, come quelle automobilistiche e quelle industriali.
Batterie: un mercato strategico per l’UE
Le stime di cui si dispone indicano che, entro il 2030, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e che il fabbisogno per l’UE potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale.
Tale fenomeno trova la sua principale spiegazione in una molteplicità di fattori: l’ascesa dell’economia digitale, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’avvento della mobilità a basse emissioni di carbonio. Il crescente aumento di veicoli elettrici alimentati a batteria, renderà questo mercato strategico a livello globale.
Limitare l’impronta di carbonio delle batterie
Secondo il testo della Commissione per l’ambiente, le batterie dovranno disporre di un’etichetta indicante la propria impronta di carbonio. Questo indicatore servirebbe a rendere più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria. La relazione della commissione parlamentare mira a regolamentare l’intera ciclo di vita delle batterie e al tempo stesso a garantire che le nuove batterie contengano livelli minimi di cobalto, piombo, litio e nichel riciclati
Aumentare il tasso di riciclo delle batterie
Nel 2019, il 51% delle batterie portatili vendute nell’UE è stato raccolto per essere riciclato. A causa della presenza di diversi metalli e composti utilizzati in fase di produzione, i relativi processi di riciclo possono variare a seconda del tipo di batteria.
La relazione fissa obiettivi di raccolta più rigorosi, sia per le batterie portatili (il 70% dal 2025, rispetto al 65% della proposta originaria della Commissione europea; e l’80% dal 2030 invece del 70%); che per quelle impiegate nei mezzi da trasporto leggeri (75% nel 2025 e 85% nel 2030). Il nuovo quadro normativo, prescrive l’obbligo di raccolta per i rifiuti provenienti da qualsiasi tipo di batteria, sia quelle per autoveicoli che quelle per veicoli industriali ed elettrici.
Come affrontare i problemi relativi alle materie prime della batteria
La produzione di batterie dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche e in particolar modo quelle di cobalto, litio, nichel e manganese, dei metalli ad impatto ambientale e sociale molto elevato.
Per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, gli eurodeputati sostengono l’introduzione di un obbligo di diligenza per i produttori. Secondo il testo, i produttori dovrebbero essere tenuti a rispettare standard di gestione dei rischi legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime, sostanze chimiche e materie prime secondarie.
Passi successivi
Il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi sulle nuove misure proposte, durante la sessione plenaria di marzo. In seguito al voto verranno avviati i negoziati con i governi dell’UE.
Sito internet: Parlamento europeo
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