Rapporto Economia Circolare 2022

Presentato il Rapporto sull’economia circolare in Italia 2022, elaborato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea, che valuta le performance del Paese e lo stato di attuazione del Piano d’azione europeo (Green New Deal) nell’ambito della transizione ecologica.

Si è tenuta martedì 5 aprile 2022 a Roma la Conferenza nazionale sull’economia circolare, organizzata dal Circular Economy Network e intitolata “La sfida della ripresa passa dall’economia circolare” in cui è stato presentato il Rapporto.

Il rapporto applica la metodologia della Carta di Bellagio, varata nel 2020 dalla rete delle agenzie europee per la protezione dell’ambiente, che detta i principi di misurazione dell’economia circolare con un’attenzione particolare alla diffusione dei dati monitorati e dei risultati raggiunti. In base ai 7 indicatori chiave dell’economica circolare (riciclo complessivo dei rifiuti, tasso di utilizzo di materia proveniente da riciclo, produttività delle risorse, rapporto tra produzione di rifiuti e consumo di materiali, energia da fonti rinnovabili, riparazione, numero di imprese, fatturato e occupati, consumo di suolo) l’Italia risulta al primo posto in Europa, ma con un trend stabile, mentre paesi come Germania e Francia stanno accelerando.

Questo Rapporto sull’economia circolare in Italia fa il punto della situazione che nel 2022 sta segnando le sorti geopolitiche ed economiche europee. Gli eventi drammatici degli ultimi anni (l’aggravarsi della crisi climatica, la pandemia, l’invasione dell’Ucraina) hanno fatto schizzare in alto i costi delle materie prime. C’è più che mai bisogno di economia circolare. L’analisi dei dati vuole verificare se l’Unione Europea e l’Italia stiano accelerando in questa direzione. 

I dati del Rapporto

La prima notizia che emerge non è positiva: l’obiettivo del disaccoppiamento tra crescita e consumo di risorse in Italia non è stato raggiunto: la ripresa economica del 2021 ha trainato un analogo aumento del consumo di risorse. Però, pur con queste difficoltà, emerge anche un dato positivo

L’Italia rimane un passo avanti rispetto ai suoi competitor europei: è al primo posto, assieme alla Francia, nella classifica delle 5 principali economie europee (dati dal Rapporto sull’economia circolare).

Nel 2020 il tasso di utilizzo circolare della materia nell’Unione Europea è stato pari al 12,8%: l’Italia è arrivata al 21,6%. La quota di riciclo complessiva in Italia è del 68% invece la media europea si attesta al 35%, mentre il consumo pro capite di materiali è di 7,5 t contro una media europea è di 13,5 t.

Notizie positive per l’Italia anche sul fronte rifiuti. In Italia la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto quasi il 68%: è il dato più elevato dell’Unione europea. Tra le cinque economie osservate, l’Italia è quella che al 2018 ha avviato a riciclo la quota maggiore di rifiuti speciali (quelli provenienti da industrie e aziende): circa il 75%. Per quanto riguarda i rifiuti urbani (il 10% dei rifiuti totali generati nell’Unione europea) l’obiettivo di riciclaggio è del 55% al 2025, del 60% al 2030 e del 65% al 2035. Nel 2020 nell’UE 27 è stato riciclato il 47,8% dei rifiuti urbani; in Italia il 54,4%. Sempre nel 2020 i rifiuti urbani avviati in discarica in tutta l’UE sono stati il 22,8%. Dopo la Germania, le migliori prestazioni sono quelle di Francia (18%) e Italia (20,1%)

Ci sono invece settori in cui l’Italia è in netta difficoltà. Uno è il consumo di suolo: nel 2018 nella UE a 27 Paesi risultava coperto da superficie artificiale il 4,2% del territorio. Anche per l’ecoinnovazione siamo agli ultimi posti: nel 2021 dal punto di vista degli investimenti in questo settore l’Italia appare al 13° posto nell’UE con un indice di 79.

Infine la riparazione dei beni: in Italia nel 2019 oltre 23.000 aziende lavoravano alla riparazione di beni elettronici e di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.). In questo settore abbiamo perso quasi 5.000 aziende (circa il 20%) rispetto al 2010.

PNRR – Risorse e obiettivi

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza indica due obiettivi di carattere generale per quanto attiene all’economia circolare: rendere performante la filiera del riciclo con interventi volti a consentire il recupero delle materie prime seconde; implementare il paradigma dell’economia circolare, riducendo l’uso di materie
prime di cui il Paese è carente e sostituendole progressivamente con materie prime seconde.
Le risorse direttamente finalizzate all’economia circolare nella Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) Componente 1 (Economia circolare e agricoltura sostenibile) sono pari a 2,1 miliardi di euro. E in altre parti del PNRR sono presenti ulteriori investimenti che potrebbero contribuire allo sviluppo
dell’economia circolare.


Sito internet: Circular Economy Network

Documentazione

Torna in alto