Pubblicata l’ottava edizione del Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che riporta analisi sui ritardi e proposte per l’avanzamento del nostro Paese rispetto agli SDGs, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU.
Sintesi
A metà del percorso verso l’attuazione dell’Agenda 2030, qual è la situazione dell’Italia?
- Per 8 dei 17 SDGs si registrano timidi miglioramenti
- Per 6 dei 17 SDGs la situazione peggiora
- Per 3 dei 17 SDGs la situazione è stabile.
Dei 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo per otto si raggiungerà il valore fissato per il 2030, per quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si registrano andamenti contraddittori, per due ci sono dati insufficienti.
I contenuti del Rapporto
Il Rapporto Asvis, presentato il 19 ottobre scorso, è stato realizzato con il contributo di mille esperte ed esperti e offre analisi e proposte per il percorso di sviluppo sostenibile del nostro Paese in linea con gli SDGs Agenda 2030 ONU.
In Italia lo sviluppo sostenibile arretra e solo un profondo cambiamento delle politiche pubbliche può invertire questa tendenza.
L’Italia è lontana dal raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Solo un deciso e rapido cambio delle politiche pubbliche consentirebbe di recuperare il terreno perduto, ridurre le povertà e le disuguaglianze, migliorare la qualità dell’ambiente e accompagnare le imprese per cogliere i vantaggi della transizione ecologica e digitale.
Nei prossimi 12 mesi Onu e Unione europea assumeranno importanti decisioni, ma Governo e Parlamento devono scegliere urgentemente quale posizione assumere.
L’ASviS avanza proposte “trasformative”, a partire dalla legge per il clima, per determinare l’accelerazione verso lo sviluppo sostenibile che il Governo si è impegnato a realizzare in sede Onu e UE.
I dati del nostro Paese
A metà del percorso verso l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu: rispetto al 2010, per otto dei 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs) si registrano contenuti miglioramenti, per sei la situazione è peggiorata e per tre è stabile.
Guardando ai 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo per otto si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030, per quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si registrano andamenti contraddittori, per due la mancanza di dati impedisce di esprimere un giudizio.
I ritardi accumulati potrebbero essere in parte recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del Summit Onu del 18-19 settembre 2023. È ora di trasformare le promesse in atti concreti, ma il tempo a disposizione è molto limitato.
È quanto emerge dall’ottavo Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
I dati per l’Italia, l’Europa e il Mondo
Gli indicatori compositi elaborati dall’ASviS per l’Italia mostrano peggioramenti rispetto al 2010 per la povertà (Goal 1), i sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), la qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), la governance (Goal 16) e la partnership (Goal 17), una sostanziale stabilità per gli aspetti legati al cibo (Goal 2), alle disuguaglianze (Goal 10) e alle città sostenibili (Goal 11), mentre per gli altri otto Goal i miglioramenti sono inferiori al 10% in 12 anni, eccetto che per la salute (Goal 3) e l’economia circolare (Goal 12), per i quali l’aumento è leggermente superiore.
In termini di disuguaglianze territoriali, sui quattordici Goal per cui sono disponibili dati regionali solo per due (Goal 10 e 16) si evidenzia una loro riduzione, per tre (2, 9 e 12) una stabilità e per i restanti nove un aumento, in totale contraddizione con il principio chiave dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro.
Purtroppo, il nostro Paese è in buona compagnia. Secondo l’Onu, guardando ai Target dell’Agenda 2030 per cui sono disponibili dati affidabili, nel mondo solo nel 12% dei casi si è sulla buona strada per raggiungere i valori obiettivo. Più della metà, invece, nonostante qualche progresso, sono “moderatamente o gravemente fuori strada” e circa il 30% non ha fatto registrare alcun avanzamento o si trova oggi in una condizione peggiore di quella del 2015.
A livello di Unione Europea, gli indicatori dell’ASviS mostrano come dal 2010 in avanti ci siano stati progressi per gran parte degli Obiettivi, ma in vari casi si tratta di miglioramenti contenuti e ancora insufficienti per centrare i Target dell’Agenda 2030 entro questa decade.
Inoltre, si nota una riduzione delle disuguaglianze tra Paesi nel conseguimento degli Obiettivi solo per otto di essi, mentre per tre le distanze sono rimaste costanti e per cinque sono addirittura aumentate.
Proposte Asvis
Le proposte dell’ASviS per mettere la sostenibilità al centro delle politiche e accelerare il cammino dell’Agenda 2030.
il Governo si è impegnato all’Assemblea Generale dell’Onu a predisporre un ‘Piano di accelerazione’ per il conseguimento degli Obiettivi.
A tal proposito, l’ASviS avanza al Governo tre proposte concrete:
- assegnare alla Presidenza del Consiglio il compito di predisporre il Piano;
- predisporlo entro marzo 2024, affinché esso contribuisca alla preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza;
- coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile esistente presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).
Fonte: New Asvis
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