Pubblicato Decreto Certificazione parità di genere

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 29 aprile 2022 Dipartimento per le Pari Opportunità che ha richiamato il documento di riferimento UNI/PdR 125:2022 per stabilire i parametri minimi per la certificazione della parità di genere nelle imprese, come previsto dal PNRR.

Il Decreto 29 aprile 2022 – emanato ai sensi dell’art 1, comma 147 della legge 30 novembre 2021 n. 234 (legge di bilancio 2022) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale Il 1° luglio 2022 e stabilisce i seguenti parametri per ottenere la Certificazione della parità di genere:

– i parametri minimi per ottenere la certificazione della parità di genere sono quelli definiti nella Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, pubblicata lo scorso 16 marzo e contenente le linee guida per le aziende che voglio adottare specifici KPI (Key Performance Indicator) volti a colmare il gender gap all’interno delle proprie strutture;

– le aziende potranno farsi certificare da organismi accreditati da Accredia, secondo la Prassi UNI/PdR 125:2022 che prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere;

– è prevista l’informativa annuale sulla parità di genere, da parte delle imprese, che rifletta il grado di adeguamento alla UNI/Pdr 125:2022. Ai fini del coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e consiglieri territoriali e regionali di parità, il datore di lavoro ha l’onere di fornire un’informativa aziendale sulla parità di genere per consentire loro di esercitare il controllo e la verifica del rispetto dei requisiti necessari al mantenimento dei parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere alle imprese.

Si tratta di un importante tassello nella costituzione del Sistema nazionale della certificazione della parità di genere alle imprese, intervento del PNRR a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità, che mira ad accompagnare ed incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere.

Con la legge n. 162/2021 è stata istituita la certificazione della parità di genere, un documento che attesta le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere.

La certificazione della parità di genere è stata inoltre inserita tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR), in modo da incentivare le imprese a misurare, rendicontare e valutare la propria organizzazione sulla base di specifici Key Performance Indicator (KPI- indicatori chiave di prestazione).

Ultimo – finora – tassello di questo sistema costruito a beneficio delle imprese è la recente pubblicazione della UNI/PdR 125:2022, che definisce le linee guida di un sistema di gestione per la parità di genere basato su questi indicatori prestazionali. Il Decreto 29 aprile 2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità, infine, ha richiamato espressamente il documento di riferimento UNI/PdR 125:2022 per stabilire i parametri minimi per la certificazione della parità di genere nelle imprese.

Contesto

Esiste una grande questione irrisolta nel mondo del lavoro. Non certo l’unica, ma sicuramente tra le più considerevoli.

È la questione della parità di genere.

E lungi dall’avviarsi a una soluzione, questa si sta al contrario persino aggravando dopo due anni di pandemia. Lo testimoniano i numeri forniti dal Global Gender Gap Report 2021 del World Economic Forum, secondo cui il totale di anni necessari per raggiungere la parità tra uomini e donne è passato dai 99,5 del periodo pre-Covid ai 135,6 attuali. Una enormità che si scontra con altri numeri, altrettanto incontrovertibili: tra le imprese che sono riuscite a instaurare un clima di parità e inclusione, i profitti sono superiori alla media (+25-35%), si registra un più alto tasso di innovazione (+20%) e una migliore capacità di gestire i processi decisionali che si traduce in un +30% della capacità di individuare e ridurre i rischi aziendali.

E’ evidente che il tema non è solo economico, ma culturale. E tuttavia l’impegno delle Istituzioni per una più veloce evoluzione del nostro sistema imprenditoriale è forte.


Sito internet: Uni

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