Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio 2024 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 gennaio 2024 che approva il Piano nazionale d’azione per il Radon 2023-2032.
Il piano, adottato ai sensi dell’art. 10 del dlgs n. 101/2020 (di attuazione della direttiva 2013/59/Euratom), sarà aggiornato con cadenza decennale.
Il Piano, in conformità con le disposizioni normative nazionali e comunitarie contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Esso descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon.
Il piano, in allegato al provvedimento, è così strutturato:
- aspetti generali;
- obiettivi e la struttura del piano;
- assi e le azioni del piano;
- appendici (contengono le linee guida per la realizzazione di indagini volte all’individuazione delle aree prioritarie e le linee guida per l’individuazione, all’interno delle aree prioritarie, delle abitazioni con concentrazioni di radon superiori al livello di riferimento).
Come riportato nella premessa, il radon è un gas nobile radioattivo naturale. È invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione.
Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente. Il maggior contributo alla concentrazione di radon indoor proviene dal suolo, dal quale penetra all’interno degli edifici.
Se inalato, i suoi prodotti di decadimento possono accumularsi sulle cellule dell’epitelio bronchiale e possono dare origine a processi di cancerogenesi.
Decreto del Presidente de Consiglio de Ministri 11 gennaio 2024
Adozione del piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032.