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15-11-2013
Legge di stabilità 2014, approvato collegato ambientale
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 15 novembre 2013, ha
approvato un disegno di legge collegato alla legge di Stabilità
recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di
green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.
Il provvedimento, che passa ora alle Camere per l'esame parlamentare, si
occupa di protezione della natura, valutazione di impatto ambientale,
acquisti ed appalti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, servizio
idrico, acqua pubblica.
Unificazione e semplificazione Via, Vas e Aia
Semplificazione, celerità, risparmio e trasparenza. Con questa norma si
unificano le Commissioni Via, Vas e Aia. La necessità di provvedere ad
adottare misure di semplificazione degli adempimenti posti a carico delle
imprese, di accelerazione dei tempi necessari per l’emanazione dei
procedimenti burocratici, comporta la scelta di unificare le due Commissioni
e di ridurre conseguentemente il numero dei componenti.
Con la norma in esame è prevista anche una revisione al ribasso dei compensi
per la Commissione unificata. Nessun nuovo onere finanziario grava sul
bilancio statale per effetto del presente provvedimento.
Disposizioni per agevolare “appalti verdi” nella Pubblica
amministrazione
(Green public procurement)
La disposizione mira a introdurre un incentivo per gli operatori
economici che partecipano ad appalti pubblici e che sono muniti di
registrazione Emas (che certifica la qualità ambientale dell’organizzazione
aziendale) o di marchio Ecolabel (che certifica la qualità ecologica di
“prodotti”, comprensivi di beni e servizi). Il beneficio è una riduzione del
20% della cauzione a corredo dell’offerta, ai sensi del codice appalti. La
disposizione, inoltre, ha lo scopo di introdurre tra i criteri ambientali di
valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa anche il criterio -
per i contratti che hanno come oggetto beni o servizi - che le prestazioni
al centro del contratto siano dotate di marchio Ecolabel.
Inoltre, tra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, viene introdotto quello del costo del ciclo di vita dell’opera,
prodotto, o servizio, criterio previsto dalla bozza di nuova direttiva
comunitaria sugli appalti pubblici.
Si tratta di misure a costo zero volte a garantire minori impatti
sull’ambiente e una conseguente riduzione della spesa nel breve-medio
periodo.
Applicazione di criteri ambientali minimi negli appalti
pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi, anche alimentari
Tra le questioni ambientali più rilevanti che l’Italia deve affrontare,
vi sono quelle legate al consumo di energia da fonti non rinnovabili (con la
conseguente emissione di Co2) e quelle legate alla produzione di rifiuti.
Per entrambe le problematiche, rendere obbligatorio il riferimento ai
criteri ambientali per gli acquisti pubblici (Green Public Procurement) può
contribuire in maniera rilevante alla loro soluzione, con ricadute positive
anche sotto il profilo economico.
Si inseriscono inoltre nel Green Public Procurement gli acquisti relativi al
settore “alimentare”, considerato a livello europeo il principale settore di
impatto ambientale con il 31% degli impatti totali dei consumi.
Si tratta sostanzialmente di introdurre - accanto allo strumento degli
accordi volontari con i grandi attori della distribuzione (in particolare la
grande distribuzione) - anche strumenti obbligatori che premiano quegli
operatori che, nella gestione della ristorazione collettiva o della
fornitura delle derrate alimentari, agiscono in modo virtuoso.
Incentivi per la Green economy
Si introducono nella nostra legislazione un insieme di principi e di
incentivi ai consumatori, alle aziende e agli enti locali per sostenere
l'acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte
differenziate post consumo in modo da promuovere il recupero, riciclo e il
riutilizzo oltre al recupero energetico, per il quale esistono già numerose
forme di incentivo (certificati verdi e bianchi, ecobonus per le
ristrutturazioni). Uno dei vantaggi di tali politiche di incentivazione è
quello non solo di prevenire lo spreco di materiali ma anche quello di
ridurre il consumo di materie prime con la conseguenza immediata di un uso
razionale di risorse materiali scarse, un minor utilizzo di energia, e la
progressiva diminuzione di emissioni di gas serra.
L'incentivazione dell'acquisto di prodotti realizzati con materia derivata
dalle raccolte differenziate post consumo apre un nuovo mercato in cui
piccole e medie imprese possono recuperare i materiali riciclabili per
rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di
beni. Un mercato che si può tradurre pertanto anche in nuova occupazione ed
innovazione tecnologica, nel campo della Green Economy che non è fatto solo
di attività in campo energetico ma anche e soprattutto di attività nel campo
dell’uso razionale delle materie e dei materiali.
Misure per incrementare la raccolta differenziata e il
riciclaggio
Si stabilisce la previsione di raggiungere di un tasso di raccolta
differenziata pari al 65% alla fine dell’anno 2020. Tale previsione è
perfettamente coerente con le disposizioni europee che non individuano
obiettivi di raccolta differenziata ma fissano, invece, specifici obiettivi
di recupero. Questo provvedimento si rende necessario per adeguare il dato
normativo al dato reale e per evitare che i Comuni incorrano nelle sanzioni
correlate al mancato raggiungimento di tali obiettivi negli attuali termini
di legge.
Tale modifica si rende necessaria anche alla luce dei recenti dati sulla
raccolta differenziata dai quali si evince che gli obiettivi previsti dalla
normativa vigente non sono stati perseguiti a livello omogeneo sul
territorio nazionale. Attualmente la percentuale media nazionale di raccolta
differenziata si attesta sul valore del 39,9% (dato preliminare Fonte Ispra:
Rapporto Rifiuti urbani Ed. 2013).
Con il provvedimento si incentivano i Comuni che raggiungono gli obiettivi
prefissi e che verranno premiati con il pagamento di solo il 20% del tributo
regionale rispetto ai rifiuti che si conferiscono in discarica.
Per i Comuni che non raggiungono gli obiettivi vengono stabilite delle
misure addizionali al tributo.
Tutto il gettito, tributo e addizionali, vanno in un fondo che le regioni
devono utilizzare per incentivare il mercato del riciclo e quindi della
green economy.
Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale
Al fine di rilanciare i necessari programmi di investimento per il
mantenimento e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, finalizzati a
garantire un’adeguata tutela della risorsa idrica e dell’ambiente secondo le
prescrizioni europee e contenendo gli oneri gravanti sulle tariffe, a
decorrere dal 2014 è istituito un Fondo di garanzia di interventi
finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il
territorio nazionale.
Obiettivi prioritari del Fondo sono rilanciare la politica di sviluppo delle
infrastrutture nel settore; completare le reti di fognatura e depurazione;
evitare sanzioni europee per inadempimento dell’Italia; ridurre l’onere
finanziario della realizzazione di investimenti nel settore idrico, con
vantaggi per l’utenza; avviare la realizzazione di infrastrutture
finalizzate al recepimento dei principi della strategia Blue P rint.
Il Fondo di garanzia viene alimentato da una specifica componente della
tariffa del servizio idrico integrato opportunamente definita.
Tariffa sociale del servizio idrico integrato
La disposizione mira a rendere effettivo l’obiettivo di rafforzare la
natura “pubblica” della risorsa acqua, come richiesto anche dal Referendum
del giugno 2011 e dalla stessa relazione del Gruppo di Lavoro in materia
economico e sociale ed europea (cosiddetti “Saggi”) e come già affermato
nella normativa nazionale. Con questa norma l'Autorità per l'energia
elettrica ed il gas, al fine di garantire l'accesso universale all'acqua,
assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico
integrato, l'accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua
necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali. La sostenibilità
dell’intervento e la copertura dei relativi costi viene garantita dalla
previsione di un’apposita componente tariffaria in capo alle utenze non
agevolate del servizio idrico integrato.
Morosità nel servizio idrico integrato
Con l’applicazione delle tariffe basate sul principio di copertura dei
costi, l’impatto economico sugli utenti è cresciuto in modo rilevante,
creando crescenti problemi di morosità. Il provvedimento mira a
regolamentare le modalità di gestione del fenomeno della morosità per
limitarne l’insorgenza, assicurarne l’efficace contrasto in modo che i costi
non ricadano sugli utenti non morosi e per garantire un livello minimo di
fornitura di acqua anche alle utenze non in regola con i pagamenti.
Fonte: Governo