Ispra, Rapporto efficienza energetica e decarbonizzazione

Pubblicato il Rapporto ISPRA “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries” Ed. 2023 in cui sono stati esaminati gli andamenti degli indicatori energetici ed economici in relazione alle emissioni di gas ad effetto serra ed al consumo di energia in Italia e nei maggiori Paesi Europei.

In sintesi

Dai dati risulta che in Italia i consumi energetici nazionali per unità di PIL sono tra i più bassi in Europa e la quota di energia rinnovabile è seconda solo alla Svezia.

È quanto emerge dal Rapporto ISPRA “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries” Edizione 2023, pubblicato il 24 maggio 2023, sugli indicatori di efficienza energetica ed economica e decarbonizzazione in Italia e nei maggiori Paesi Europei.

Settori analizzati

Nel rapporto sono state esaminati gli andamenti degli indicatori energetici ed economici in relazione alle emissioni di gas a effetto serra e al consumo energetico.

Particolare attenzione è stata dedicata al settore elettrico, uno dei principali attori del sistema energetico nazionale.

È stato analizzato il ruolo dei fattori determinanti per le emissioni di gas serra, come la crescita economica, le energie fossili e rinnovabili, l’efficienza di trasformazione, le intensità di carbonio ed energetica. Per quanto riguarda il settore elettrico, sono stati elaborati i fattori di emissione dei gas serra.

Gli indicatori di efficienza e decarbonizzazione sono stati confrontati in Italia e nei maggiori Paesi europei. Le performance del settore energetico dei principali paesi europei sono state confrontate per mix di combustibili, efficienze di trasformazione e fattori di emissione di gas serra.

Dati e indicatori

L’Italia mostra una maggiore efficienza di trasformazione e una minore intensità energetica rispetto ai principali Paesi Europei. L’intensità di carbonio europea è inferiore a quella italiana per la presenza di una quota non trascurabile di energia nucleare in Europa. Tuttavia, l’intensità di carbonio dei combustibili fossili italiani è inferiore rispetto alla maggior parte dei Paesi Europei a causa della minore quota di carbone e della quota di gas naturale superiore a quella osservata per la media europea. La diminuzione dell’intensità energetica finale e la crescente quota di energie rinnovabili hanno svolto un ruolo chiave tra i fattori che determinano la riduzione delle emissioni di gas serra in Europa dal 2005.

In Italia, il consumo di energia per unità di PIL si riduce del 16% dal 2005 al 2021, mentre le emissioni di gas serra per unità di PIL si riducono del 27,2%. Analogamente, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: da un -6,6% per l’agricoltura a -14,1% per l’industria.

Sul fronte delle fonti rinnovabili l’Italia è seconda solo alla Svezia tra i principali Paesi Europei, in termini di quota di consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili. La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo è pari a 19,4% nel 2021, mentre la media Europea è pari a 17,7%.

In crescita, dunque, l’efficienza energetica ed economica e progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale dal 2005 al 2021.


Sito internet: Ispra

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