Pubblicato ad aprile 2023 l’Inventario Nazionale ISPRA delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti (dati 2021), da cui emerge la tendenza di nuovo in crescita, complici il settore dei trasporti ed il riscaldamento e scenari al 2030 poco promettenti.
Emissioni di gas serra in Italia
Il rapporto illustra la situazione emissiva italiana alla fine del secondo periodo del Protocollo di Kyoto, sulla base dei dati trasmessi ufficialmente in accordo a quanto previsto nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC), del protocollo di Kyoto e del Meccanismo di Monitoraggio dei Gas Serra dell’Unione Europea.
Se l’anno 2020 è stato un anno importante di verifica, per l’Italia e l’Unione Europea, perché chiudeva il secondo Periodo di Kyoto (emendamento di Doha, periodo 2013-2020), significativo è stato anche l’anno 2021 perché è entrato in vigore il cosiddetto quadro clima-energia 2030, l’ambizioso pacchetto di provvedimenti dell’Unione Europea, attualmente in fase di revisione con il pacchetto Fit for 55.
Gli impegni europei in tali ambiti sono descritti per l’Italia, contestualmente alla descrizione emissiva.
Il rapporto illustra inoltre l’analisi degli scenari emissivi dei principali settori emissivi, alla luce di quanto osservato lungo tutta la serie storica dei dati disponibili a partire dal 1990, mettendo in luce le tendenze già in atto e individuando i principali driver che guidano le emissioni.
I dati in sintesi
Tornano a crescere, nel 2021, le emissioni di gas serra in Italia dopo la battuta d’arresto dovuta essenzialmente al periodo pandemico:
In un solo anno (2020-2021) i valori mostrano un deciso aumento (+8.5%), pur registrando una diminuzione del 20% rispetto al 1990, grazie alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), dell’efficienza energetica nei settori industriali e al passaggio all’uso di combustibili a minor contenuto di carbonio.
Ma la riduzione non è sufficiente: le emissioni risultano di 11 Milioni di tonnellate al di sopra dell’obiettivo stabilito per il 2021.
Infatti, da un’analisi di sintesi della serie storica dei dati di emissione dal 1990 al 2021, si evidenzia che, le emissioni nazionali totali di gas serra, espresse in CO2 equivalente, non considerando le emissioni ed assorbimenti di gas serra dall’uso del suolo, dai cambiamenti dell’uso del suolo e dalle foreste, sono diminuite, nel 2021, del 19,9% rispetto all’anno 1990.
Questa riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica. L’anno 2021, rispetto al 2020 segnato dalla crisi pandemica, mostra un aumento dell’8% dovuto alla ripresa delle attività economiche e della mobilità, riallineandosi al trend emissivo.
Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto ISPRA “Inventario Nazionale delle emissioni di gas serra 2023” che disegna il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sull’andamento dei gas serra dal 1990 al 2021 e dalla elaborazione effettuate da ISPRA per monitorare gli effetti del Piano nazionale energia e clima.
I settori coinvolti
Responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti rimangono i settori della produzione di energia e dei trasporti anche se il settore energetico mostra una riduzione del 21,8% dal 1990 al 2021 dovuta al calo delle emissioni provenienti dalle industrie energetiche, manifatturiere e delle costruzioni (nel 2021 diminuiscono del 37,2% e del 41,5%).
Sempre rispetto al 1990, calano le emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche del 37% nel 2021, a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica (da 178,6 Terawattora – TWh – a 189,7 TWh) e dei consumi di energia elettrica (da 218,7 TWh a 300,9 TWh).
Ancora lontana dal target fissato al 2030: nel 2020 la quota di energia rinnovabile era pari al 20% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17%, più che triplicata rispetto al 2004 quando rappresentava il 6.3% del consumo finale lordo di energia. Nel 2021 tale quota è
pari al 19%.
Il settore dei trasporti contribuisce in maniera importante alle emissioni nazionali di gas serra: nel 2021 il settore ha contribuito complessivamente per il 24.7% rispetto al totale nazionale di cui il trasporto stradale costituisce la fonte maggioritaria di emissioni (93% del settore dei trasporti).
L’anno 2020 risente dell’importante impatto della riduzione della mobilità dovuta alla pandemia globale, mentre nel 2021 le emissioni tendono a riallinearsi con gli anni precedenti la pandemia mostrando una crescita del 19% rispetto all’anno precedente.
Le stime per il 2022
Sulla base dei dati disponibili per il 2022, si stima un leggero incremento dei livelli emissivi rispetto al 2021 (+0.1%) a fronte di un aumento previsto del PIL pari all’1,7%.
L’andamento stimato è dovuto alla crescita delle emissioni del settore trasporti (+5,5%) e della produzione di energia (+9.6%), mentre per gli altri settori si prevedono marcate riduzioni delle emissioni, in particolare per il riscaldamento (-11.3%) e per l’industria (-5.9%).
Scenari al 2030
Una situazione che, secondo le stime, sembra destinata a proseguire non solo nel 2022, ma anche negli anni futuri.
Scenari futuri: per il periodo dal 2013 al 2020, l’Italia ha rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati, risultato dovuto sia alle politiche e misure adottate, sia ai diversi cicli di crisi economica, connessi alle dinamiche economiche globali. Ma nello stesso periodo i settori trasporti e civile non mostrano riduzioni emissive significative.
Poco promettenti, infatti, gli scenari al 2030: attesa una scarsa riduzione delle emissioni nei settori trasporti e riscaldamento e un disallineamento rispetto agli obiettivi stabiliti dall’Effort Sharing che nel 2030 potrebbe superare i 15 Milioni di tonnellate.
Sebbene in questi settori negli anni a venire sono attese alcune riduzioni, queste risultano ancora troppo contenute portando l’Italia a rimanere al di sopra degli
obiettivi per tutto il decennio 2021-2030: secondo gli obiettivi proposti dalla Commissione europea, al 2030 le emissioni Effort sharing (condivisione degli sforzi) di gas serra dovrebbero ridursi del 43.7% rispetto ai livelli del 2005, mentre i nostri scenari ci indicano una riduzione di meno del 30%.
Fondamentale quindi invertire il trend se vogliamo rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Sito internet: Ispra
Per approfondire