Inquinamento da microplastiche da pellet di plastica

Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio in merito a un regolamento sulla prevenzione delle dispersioni di pellet di plastica – le materie prime industriali usate per fabbricare prodotti di plastica – nell’ambiente.

Le nuove norme, come riportato nel comunicato dell’8 aprile 2025, aiuteranno a migliorare la manipolazione dei pellet di plastica in tutte le fasi della catena di approvvigionamento, anche durante il trasporto, sia sulla terra che nei mari.

Maggiore prevenzione delle dispersioni di pellet

In base alle nuove norme, la prevenzione delle dispersioni di pellet di plastica sarebbe l’obiettivo principale di operatori e vettori dell’UE e di paesi terzi. Un quadro chiaro stabilisce obblighi per i casi di dispersioni accidentali, ponendo l’accento sulle operazioni di bonifica. Un piano di gestione dei rischi, preparato da ciascun impianto di manipolazione dei pellet, comprenderà una serie di misure chiare. Tali misure verterebbero, tra l’altro, su imballaggio, carico e scarico, formazione del personale e attrezzature necessarie.

Per creare condizioni di parità tra i vettori dell’UE e di paesi terzi e garantire l’assunzione di responsabilità e la trasparenza da parte di tutti i vettori di pellet di plastica, i vettori di paesi terzi dovranno designare un rappresentante autorizzato nell’UE.

Conseguire la semplificazione e la conformità

In linea con gli obiettivi di semplificazione per le imprese più piccole e rispecchiando l’approccio del Consiglio, l’accordo provvisorio consegue un equilibrio tra un elevato livello di protezione ambientale e i requisiti per le imprese, adattati alle loro diverse dimensioni. In tal senso, gli operatori che manipolano oltre 1500 tonnellate di pellet di plastica all’anno dovranno ottenere un certificato rilasciato da un terzo indipendente. Le piccole imprese che manipolano anch’esse oltre 1500 tonnellate all’anno beneficeranno di obblighi meno stringenti, per esempio una certificazione una tantum che deve essere ottenuta entro 5 anni dall’entrata in vigore. Infine, le imprese che manipolano meno di 1 500 tonnellate di pellet all’anno e le microimprese avranno soltanto l’obbligo di rilasciare un’autodichiarazione di conformità.

Trasporto marittimo

La persistenza di un pellet di plastica nell’ambiente acquatico può essere misurata per decenni o più, in quanto i pellet di plastica non sono biodegradabili. Inoltre, nel 2022 il trasporto marittimo ha rappresentato circa il 38% di tutti i pellet trasportati nell’UE.

Pertanto, i colegislatori hanno anche convenuto di stabilire obblighi per il trasporto di pellet di plastica via mare (mediante container), tra cui garantire imballaggi di buona qualità e fornire informazioni sul trasporto e sul carico, secondo gli orientamenti dell’Organizzazione marittima internazionale.

Prossime fasi

L’accordo provvisorio deve ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento. Sarà poi formalmente adottato da entrambe le istituzioni, previa messa a punto giuridico-linguistica, e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Il regolamento diventerà quindi applicabile due anni dopo la pubblicazione. Per facilitare l’osservanza nel settore marittimo, i colegislatori hanno convenuto di rinviare di un anno la data di applicazione delle pertinenti norme (rispetto al resto delle norme stabilite nel regolamento).

Contesto

Si stima che nel 2019 una quantità compresa fra 52140 e 184290 tonnellate di pellet sia stata dispersa nell’ambiente all’interno dell’UE. Le dispersioni di pellet possono verificarsi in varie fasi della catena del valore. Attualmente, non vi sono norme dell’UE che disciplinino nello specifico le dispersioni di pellet di plastica, nonostante i loro effetti negativi sull’ambiente, sul clima, sull’economia e, potenzialmente, sulla salute umana. I pellet di plastica si collocano al terzo posto tra le fonti di tutti i rilasci non intenzionali di microplastica, dopo le vernici e gli pneumatici.


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