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22-07-2021
Corte costituzionale, dichiarazione di
interesse paesaggistico
La corte costituzionale, con la Sentenza n. 164/2021, ha
affermato che la tutela dell’ambiente consente alle regioni di
allargare l’insieme dei beni paesaggistici, non di ridurlo.
In particolare, come riportato nel comunicato dell'Ufficio Stampa della
Corte costituzionale, le Regioni non possono pianificare lo
sviluppo del proprio territorio con scelte di carattere urbanistico
se non quando queste ultime siano rispettose dei vincoli posti dallo Stato
per tutelare beni di valore paesaggistico.
Inoltre, lo Stato può adottare la dichiarazione di interesse
paesaggistico di un bene anche quando la Regione sia contraria. La
tutela di questi beni risponde infatti a una “logica incrementale”, che
consente alle Regioni di allargarne l’ambito ma non di ridurlo, neppure per
mezzo dei piani paesaggistici di competenza regionale, da redigere d’intesa
con lo Stato.
È quanto ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza n. 164
depositata oggi, risolvendo un conflitto proposto dalla regione
Veneto contro la decisione dello Stato di riconoscere l’interesse
paesaggistico di una vasta area del Comelico, valle che comprende tra
l’altro diversi comuni dell’Alto Cadore.
La Corte ha riconosciuto che neppure la circostanza che il piano
paesaggistico della Regione sia in corso di approvazione può privare lo
Stato del proprio potere di indicare i beni da tutelare. Essi dovranno
perciò essere inseriti nel piano regionale senza modifiche.
Si è perciò concluso che la dichiarazione di notevole interesse pubblico
dell’area del Comelico rientrava tra le competenze costituzionali dello
Stato nei confronti della Regione e si è quindi respinto il ricorso
proposto dal Veneto.
Di conseguenza, la Corte ha dichiarato che spettava allo Stato, e per
esso al Direttore generale della direzione generale archeologia,
belle arti e paesaggio del Ministero per i beni e le attività culturali
e per il turismo, adottare il decreto 5 dicembre 2019, n. 1676, recante
«Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area alpina compresa
tra il Comelico e la Val d'Ansiei, Comuni di Auronzo di Cadore, Danta di
Cadore, Santo Stefano di Cadore, San Pietro di Cadore, San Nicolò di
Comelico e Comelico Superiore».