Emilia-Romagna, Bio-distretti sostegno investimenti

In Emilia-Romagna con una nuova legge regionale nascono i bio-distretti per l’agricoltura, il biologico e lo sviluppo sostenibile che potranno accedere ai finanziamenti nazionali dedicati ai distretti biologici.

Legge regionale bio-distretti

Punta su questo modello di gestione e, tra le prime in Italia, la regione Emilia-Romagna ha approvato una legge specifica, la 14 del 2023 e le relative disposizioni applicative recentemente entrate in vigore.  

Con la nuova legge regionale operativa i distretti così costituiti potranno poi accedere ai finanziamenti dedicati nazionali per l’utilizzo di nuove tecniche e il sostegno agli investimenti.

Biologico in crescita

Un ulteriore strumento per far crescere il settore in Emilia-Romagna che, secondo l’ultimo rapporto regionale (dati 2022), conta 7.330 imprese biologiche attive (+5,85% rispetto all’anno prima). Numeri che pongono la regione al quinto posto a livello nazionale per numero di imprese che producono, trasformano o commercializzano prodotti biologici.

Insieme il biologico cresce di più e meglio. È la filosofia dei nuovi bio-distretti, che si sviluppano in aree geografiche ben precise con coltivazioni, allevamenti, filiere commerciali e di trasformazione.

Soggetti partecipanti

Qui agricoltori, privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutti gli anelli delle filiere frutticole, zootecniche o cerealicole, fino alla tavola.

Associazioni, rete commerciale, agricoltori e allevatori insieme per:

  • applicare le migliori tecniche rispettose dell’ambiente
  • sostenere investimenti nelle filiere agroalimentari
  • incentivare la cultura del biologico
  • stabilire un modello di sviluppo sostenibile, conciliabile con i bisogni delle comunità presenti sul territorio regionale e non in contrasto con la tutela della biodiversità.

Costituzione distretti

Per costituire un distretto, gli imprenditori agricoli devono essere almeno 30, per 400 ettari di superficie bio, oppure operare su una superficie agricola utilizzabile biologica pari ad almeno il 20% della superficie bio totale del distretto.

Il territorio minimo è di cinque comuni contigui in Emilia-Romagna.

La contiguità dei comuni del distretto deve essere garantita anche nel caso in cui il numero dei comuni sia superiore a cinque. Il territorio del distretto deve comprendere attività agricole biologiche con una peculiare e distinta identità territoriale, storica e paesaggistica.


Fonte: Regione Emilia-Romagna

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