Effetti cambiamenti climatici su economia italiana

Pubblicato un progetto di ricerca della Banca d’ItaliaGli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana” 17 studi scientifici che fanno il punto sull’impatto del climate change sull’economia nazionale, in particolare su alcuni settori come agricoltura, turismo ed industria che risentiranno dell’aumento delle temperature globali.

È quanto emerge dal rapporto “Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana” commissionato dalla Banca d’Italia.

Effetti sull’industria

Le conseguenze economiche delle calamità naturali. – La letteratura economica distingue gli effetti delle catastrofi naturali in effetti diretti e indiretti. I primi sono generalmente negativi e includono (oltre alle vittime e ai feriti) i danni alle infrastrutture, agli edifici e alle case, la perdita di capitale fisico delle imprese o di stock di magazzino. Gli effetti indiretti possono essere sia negativi, come quelli derivanti dall’interruzione dell’attività delle imprese o delle catene di fornitura, che positivi, per esempio i settori coinvolti nella ricostruzione possono registrare un incremento produttivo.

La ricerca (Clò et al., 2022) si è concentrata sul territorio italiano con l’obiettivo di analizzare e stimare l’impatto delle calamità naturali di natura idro-geologica sul tessuto produttivo nazionale. In particolare, invece di concentrarsi su singoli eventi “estremi”, è stato analizzato per un arco temporale pluriennale l’impatto di una molteplicità di eventi naturali, la cui frequenza è in aumento anche a causa della crisi climatica in atto.

Meno imprese, meno fatturato e occupazione. – Un primo risultato della nostra analisi è che, a parità di altre caratteristiche, le imprese localizzate in comuni colpiti da frane o alluvioni hanno in media registrato una probabilità di fallimento superiore del 4,8 per cento rispetto alle aziende in comuni non colpiti. L’effetto è concentrato sulle imprese di dimensioni micro e piccole, mentre non è rilevante per quelle medio-grandi.

Gli impatti sul sistema agricolo nazionale

L’agricoltura italiana svolge un ruolo significativo su diversi comparti dell’economia nazionale, come per esempio l’agroindustria e il settore della ristorazione. Inoltre, i prodotti agricoli italiani rappresentano una quota importante (oltre l’80%) del consumo finale di beni primari da parte delle famiglie.

Per questo motivo a ogni modifica di quantità e prezzi agricoli è da associarsi un impatto sul benessere dei cittadini.

Secondo la ricerca della Banca d’Italia, che analizza diversi scenari di aumento medio della temperatura, con temperature medie superiori a 28°C-29°C bisogna aspettarsi una perdita consistente delle rese di mais e di grano duro; con oltre 32°C sarà anche il settore del vino a subire in modo negativo gli effetti della crisi climatica.

C’è da dire che per queste tre colture fino al 2030 gli impatti potrebbero essere contenuti – per il mais, per esempio, con uno scenario medio di global warming la resa potrebbe scendere tra lo 0,8% e il 6% -, oltre questo decennio le cose potrebbero però peggiorare drasticamente se non dovessimo porre un freno al fenomeno del riscaldamento globale.

Turismo invernale a rischio

Il settore turistico è quello che nel breve termine risentirà maggiormente della crisi climatica, soprattutto per quanto riguarda il comparto montano altamente sensibile a precipitazioni nevose e aumento della temperatura. Si tratta di uno dei principali segmenti del settore turistico italiano, basti pensare che prima dell’inizio della pandemia circa il 13% dei pernottamenti alberghieri in Italia era concentrato in località di montagna e che la spesa dei viaggiatori stranieri era di circa due miliardi di euro (su un totale di oltre 28 miliardi di euro).

I risultati che emergono dallo studio mostrano in media che a un metro in meno di neve nel corso della stagione è associato a una diminuzione dell’1,3% di passaggi negli impianti (a parità di altre condizioni). Se si guardano alle proiezioni al 2100, dove è previsto un calo delle precipitazioni nevose tra il 30% e il 45%, viene evidenziato che a una riduzione del 40% della quantità di neve in una stagione va associata una riduzione del 7% di passaggi negli impianti, percentuale che potrebbe essere ben più severa nelle località che si trovano più a bassa quota.


Sito internet: Banca d’Italia

Per approfondire: Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana

Torna in alto