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	26-11-2014
	Emilia-Romagna, i dati aggiornati su Certificazioni e acquisti verdi 
		
			
				I dati sul trend registrato nel 
				2013-2014, elaborati da ERVET per la Regione, evidenziano ancora 
				una volta la grande attenzione delle imprese locali ai temi 
				della sostenibilità. Scopriamo i prodotti e i settori più 
				certificati.
 
	Ci sono quelle di processo e quelle di prodotto, gli 
	standard ISO e i regolamenti EMAS: è il mondo delle certificazioni 
	ambientali. La nostra regione, fin da quando questi strumenti sono stati 
	introdotti, spicca in Italia per l'alto numero di imprese che si dotano 
	delle varie tipologie di certificazioni. Vediamo quindi, grazie al lavoro di 
	analisi svolto da ERVET per la Regione Emilia-Romagna, qual è lo stato 
	dell'arte aggiornato agli ultimi mesi.
	“Il quadro che emerge dall’analisi del trend dell’ultimo decennio mostra 
	in Emilia-Romagna una crescita costante delle certificazioni, nonostante 
	siano stati messi a dura prova dalla crisi economica – sottolinea il 
	Direttore Generale Ambiente, difesa del suolo e della costa Regione 
	Emilia-Romagna -.  Proprio per questo appare fondamentale in questo 
	particolare momento economico, per la tenuta del sistema delle 
	certificazioni, lo sviluppo di provvedimenti che facciano leva sulla 
	riduzione dei costi e dei tempi burocratici, sugli incentivi fiscali nonché 
	sugli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione. Al riguardo mi 
	preme segnalare la recente L.R. 14/2014 sulla promozione degli investimenti 
	in Regione Emilia-Romagna in cui è stabilito che le spese istruttorie 
	relative alle autorizzazioni ambientali sono ridotte del 25% per le imprese 
	registrate EMAS o certificate ISO14001”.
	A cosa servono le certificazioni
	Gli strumenti volontari rappresentano dei validi mezzi per lo 
	sviluppo sostenibile in quanto si basano sulla responsabilizzazione dei 
	produttori che possono incidere positivamente sul miglioramento delle 
	condizioni ambientali territoriali e contribuiscono, più in generale, a 
	promuovere un’economia a basse emissioni di carbonio.
	I marchi e le etichette di prodotto rappresentano una 
	garanzia di qualità ambientale e sociale certificata, accrescono la 
	consapevolezza del consumatore nelle scelte di acquisto, orientando così il 
	mercato e migliorando nel contempo la qualità della vita.
	Il quadro che emerge dalle analisi delle tendenze 
	2004-2014 a livello nazionale evidenzia un grado di sviluppo differenziato 
	per i diversi strumenti volontari.
	Le certificazioni ambientali di processo 
	sono state le prime a prendere piede sul territorio nazionale diffondendosi 
	soprattutto nelle regioni del Nord Italia; ed in particolare modo lo 
	standard internazionale ISO 14001 che da sempre ha avuto un maggiore 
	“appeal” sul mercato rispetto al regolamento europeo EMAS, che paga ancora 
	la scarsa differenziazione nei vantaggi che questo tipo di strumento offre 
	rispetto alla norma ISO, a fronte di maggiori richieste di requisiti.
	Le certificazioni ambientali di prodotto 
	hanno avuto un’evoluzione più lenta e a tutt’oggi non sono ancora 
	paragonabili per diffusione agli standard che certificano i sistemi di 
	gestione ambientale, anche se negli ultimi anni stanno mostrando più elevati 
	tassi di crescita. Da una parte l’inserimento dei criteri ambientali nei 
	bandi di gara della Pubblica Amministrazione con l’attribuzione di punteggio 
	aggiuntivo per le aziende con prodotti certificati e dall’altra la crescita 
	del mercato di prodotti verdi e la concorrenza hanno fatto registrare, 
	difatti, un aumentato interesse da parte delle imprese, concentrate in 
	prevalenza nel Nord Italia, per questi strumenti business to consumers quali 
	l’Ecolabel e la Dichiarazione Ambientale di Prodotto e i marchi che 
	certificano i prodotti in legno e carta (PEFC e FSC).
	Molto promettente è l’evoluzione delle 
	certificazioni per la responsabilità sociale d’impresa 
	(SA 8000) e la sicurezza dei lavoratori 
	(OHSAS18001); dal 2011 ad oggi si mostra decisamente in crescita, alla luce 
	di un rinnovato quadro normativo e al progressivo innalzamento di attenzione 
	da parte del legislatore ai temi del sociale e della sicurezza.
	Emilia-Romagna al top per le certificazioni
	Dando uno sguardo agli indici di diffusione, nell’ultimo 
	decennio, l’Emilia Romagna ha fatto registrare performance con tassi di 
	certificazione decisamente al di sopra della media nazionale, sia per gli 
	aspetti concernenti l’ambiente, sia per gli aspetti sociali e per la 
	sicurezza dei lavoratori. Tale risultato può considerarsi da una parte il 
	frutto delle politiche di promozione messe in atto dal governo del 
	territorio per la qualificazione ambientale e sociale delle produzioni e dei 
	prodotti, attraverso provvedimenti di carattere amministrativo e incentivi 
	finanziari e fiscali. Dall’altra un’espressione di consapevolezza, da parte 
	delle imprese, dell’importanza della qualità ambientale in linea ai principi 
	di sostenibilità.
	Le politiche per gli acquisti verdi in Emilia-Romagna
	La Regione Emilia–Romagna, infatti, negli ultimi anni ha 
	programmato e messo in atto specifiche iniziative per lo sviluppo degli 
	acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione, finalizzate tra le altre, a 
	rendere quest’ultima un volano per lo sviluppo di prodotti e processi a 
	basso impatto ambientale nel mercato regionale, nazionale ed europeo.
	La capacità di acquisto della Pubblica Amministrazione di 
	“prodotti verdi” può rappresentare quell’ulteriore forza propulsiva per lo 
	sviluppo e l’ampliamento di una “green economy” regionale quale nuovo 
	modello economico. La strategia regionale d’introduzione di criteri di 
	sostenibilità ambientale negli acquisti della Pubblica Amministrazione 
	s’inserisce, infatti, in un quadro più ampio e sistemico di politiche per lo 
	sviluppo sostenibile e la green economy regionale, quest’ultima, non più 
	vista solamente come opportunità di business offerta da soluzioni tecniche e 
	tecnologiche in risposta alle scarsità emergenti (di energia, di acqua) ma 
	come sistema economico evoluto, dove l’offerta delle imprese si accompagna 
	ad una domanda consapevole dei consumatori, a comportamenti responsabili dei 
	cittadini e soprattutto a policies delle istituzioni in grado di guidare lo 
	sviluppo, in una logica di lungo periodo.
	Al fine di dotarsi di uno strumento di attuazione della 
	stessa L.R 28/2009, con Delibera di Assemblea legislativa n. 91 del 2 
	ottobre 2012, la Regione Emilia–Romagna ha approvato il primo Piano 
	di azione sostenibilità ambientale dei consumi pubblici (d’ora in 
	poi Piano Triennale GPP).
	Il Piano Triennale GPP definisce due “macro obiettivi” ai 
	quali corrispondono differenti tipologie di interventi:
	
		- da un lato, al fine di  raggiungere l’obiettivo del 30 % di acquisti 
		‘verdi’ per l’amministrazione entro il 2015, definisce le azioni idonee 
		per realizzare la “Politica degli Acquisti Pubblici Verdi” nell’ambito 
		delle ordinarie attività di programmazione, approvvigionamento e consumo 
		delle singole Direzioni Generali, Enti e Agenzie dipendenti 
		dall’Amministrazione regionale; 
 
		- dall’altro, mira a promuovere iniziative per sviluppare la domanda e 
		l’offerta di beni e servizi a ridotto impatto ambientale: agevolando 
		l’adozione dello strumento del GPP presso gli Enti Locali del territorio 
		regionale quali i Comuni (con popolazione residente non inferiore ai 
		5.000 abitanti), le Unioni dei Comuni, le Province e degli altri enti 
		pubblici che sono tenuti, ai sensi della L.R. 28/2009, a predisporre un 
		Piano d'azione di durata triennale finalizzato all’elaborazione di un 
		programma operativo che introduca criteri ambientali nelle procedure 
		d'acquisto di forniture di beni e servizi; sensibilizzando il sistema 
		delle imprese verso la conoscenza dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) 
		quali strumento per lo sviluppo di prodotti innovativi e sostenibili.
 
	
	
	Fonte: Emilia-Romagna