Giurisprudenza

Cassazione penale, materiali da attività di demolizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18020/2024, si è pronunciata sulla qualificazione dei materiali derivanti dall’attività di demolizione di un edificio. L’attività di demolizione di un edificio non può essere definita un “processo di produzione” ai sensi dell’art. 184-bis, comma primo, lett. a) del D.Lgs. 152 del 2006, con la conseguenza che i […]

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Cassazione penale, abbandono rifiuti e qualifica soggettiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18046/2024, si è pronunciata sulla fattispecie di abbandono di rifiuti e qualifica soggettiva dell’autore della condotta. La Corte ha affermato il seguente principio di diritto: «ai fini della sussistenza del reato di cui all’art. 256, comma 2, d.lgs. n. 152 del 2006, è necessaria e sufficiente la qualifica

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Consiglio di Stato, differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 4549/2024, si è pronunciato sulla differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici in relazione alla fattispecie della procedura semplificata in materia di spedizioni transfrontaliere. La differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici non è solo terminologica, dato che fra le apparecchiature elettriche e quelle elettroniche esiste una differenza tecnica

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Cassazione penale, acque reflue provenienti da struttura sanitaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19391/2024, si è pronunciata sulla natura delle acque reflue provenienti da una struttura sanitaria. Le acque reflue provenienti da una struttura sanitaria, nella specie una clinica specialistica, non possono essere incluse nella categoria delle “acque reflue domestiche”, tali essendo, secondo la definizione fornita dall’art. 74, comma 1,

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Cassazione penale, deposito incontrollato e prescrizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16710/2024, si è pronunciata sulla fattispecie di deposito incontrollato e durata della condotta ai fini della prescrizione. In caso di «deposito incontrollato», ossia di quella attività prodromica ad una successiva fase di smaltimento o di recupero (analoga allo stoccaggio ma precedente alla attività di gestione dei rifiuti),

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Consiglio di Stato, abbandono rifiuti e responsabilità del proprietario

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2746/2024, si è pronunciato sulla fattispecie di abbandono rifiuti e responsabilità del proprietario. Incombono sul proprietario quanto meno gli obblighi di vigilanza e di controllo sul proprio bene affinché non si determini, anche ad opera dei possessori o detentori del bene a qualsiasi titolo, una situazione di

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Cassazione penale, trasporto occasionale rifiuti propri

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14720/2024, si è pronunciata sul trasporto occasionale di rifiuti non pericolosi propri. Anche l’occasionale attività di trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti nell’esercizio della propria attività d’impresa richiede l’iscrizione nell’Albo nazionale gestori ambientali, sia pur nell’apposita sezione di cui all’art. 212, comma 8, d.lgs. 152/2006 e secondo

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Cassazione penale, responsabile tecnico e omessa vigilanza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16191/2024, si è pronunciata in merito all’omessa vigilanza del “responsabile tecnico” per reati commessi e connessi in riferimento alla (mala) gestione dei rifiuti in azienda. Il responsabile tecnico, pur formalmente non destinatario diretto del precetto penale, viene investito dalla legge (rectius: regolamento) di una vera e propria«posizione

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Cassazione penale, gestione rifiuti da altri abbandonati

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11599/2024, si è pronunciata in merito alla fattispecie di gestione rifiuti (quali la raccolta, stoccaggio,…), da altri abusivamente abbandonati, in assenza di autorizzazione. Commette il reato di gestione illecita di rifiuti di cui all’articolo 256, comma 1, d.lgs. 152/2006, colui che, rivenuti rifiuti da altri abusivamente smaltiti

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Consiglio di Stato, Ordinanze contingibili e urgenti

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2395/2024, si è pronunciato sui presupposti per l’adozione di ordinanze sindacali contingibili e urgenti. Non si possono adottare ordinanze contingibili e urgenti per affrontare situazioni prevedibili e permanenti o in assenza di un’urgenza immediata. L’adozione di una ordinanza contingibile e urgente è manifestazione di un potere eccezionale

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