Cassazione civile, Tari bed and breakfast

La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza 15545/2022, si è pronunciata sull’applicazione della Tari a un bed and breakfast (B&B) affermando la legittimità di una tariffa più alta, in quanto produce più rifiuti di un’abitazione anche se l’immobile non cambia la classificazione catastale.

Secondo la Corte, è legittimo l’avviso di pagamento Tari inviato a un bed and breakfast con applicazione della tariffa maggiorata riservata alle attività alberghiere, a prescindere dalla classificazione catastale, in quanto le attività di affittacamere, B&B e alberghiera sono del tutto equiparabili.

L’attività – prosegue la Corte – richiede non solo la cessione in godimento del locale ammobiliato e provvisto di utenze quali luce, acqua e gas, ma anche la prestazione di servizi personali, quali le pulizie e la fornitura di biancheria. Occorre, quindi, verificare le modalità di svolgimento dell’attività di B&B, ovvero la qualità e quantità di rifiuti prodotti e non la destinazione d’uso dell’immobile.

L’accoglienza ricettiva svolta dai privati, anche in via occasionale o saltuaria senza alcun carattere di imprenditorialità, comunque porta a una produzione suppletiva di rifiuti e ,pertanto, i Comuni possono applicare tariffe differenziate per l’uso che dell’immobile si fa, a prescindere dalla sua destinazione catastale. Non è necessaria la denuncia di variazione d’uso dell’appartamento, ma, come anche la Corte di Giustizia Ue sancisce è legittima la tariffa calcolata in base alla stima del volume di rifiuti generato.


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