Il Parlamento Ue ha approvato il rinvio delle date di applicazione delle nuove normative UE sul dovere di diligenza e rendicontazione di sostenibilità (CSDDD e CSRD).
A tal riguardo, le norme sul dovere di diligenza (CSDDD) impongono alle aziende di mitigare l’impatto negativo delle proprie attività sulle persone e sull’ambiente.
Come riportato nel comunicato del 3 aprile 2025, secondo la proposta adottata, i Paesi UE avranno un anno in più del previsto – fino al 26 luglio 2027 – per trasporre le norme nella legislazione nazionale. Tale rinvio si applicherà anche alle prime aziende interessate dalla direttiva che beneficeranno quindi del rinvio di un anno.
Si tratta delle imprese dell’UE con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 1,5 miliardi di euro, e delle aziende non UE con un fatturato superiore nell’UE a tale soglia, che dovranno applicare le norme solo dal 2028 (e non dal 2027).
La stessa data di applicazione varrà per la seconda ondata di aziende coinvolte, ovvero quelle dell’UE con oltre 3.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 900 milioni di euro, e le aziende non UE con un fatturato nell’UE superiore a tale soglia.
Anche l’applicazione della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) sarà posticipata di due anni per la seconda e la terza ondata di aziende interessate dalla legislazione. Le grandi imprese con più di 250 dipendenti dovranno infatti riferire per la prima volta sulle loro misure sociali e ambientali nel 2028 (invece del 2026), relativamente all’anno finanziario precedente, mentre le piccole e medie imprese quotate dovranno fornire tali informazioni un anno dopo.
Per entrare in vigore, la proposta di legge necessita ora dell’approvazione formale del Consiglio, che ha sostenuto lo stesso testo il 26 marzo 2025. In precedenza le proposte di semplificazione (pacchetto omnibus), compreso il rinvio, erano state approvate dalla Commissione il 26 febbraio 2025.